La Politica Agricola Comune (Pac)
La politica agricola comune o PAC è una politica dell’Unione europea i cui obiettivi fondamentali sono assicurare agli agricoltori un tenore di vita adeguato e garantire ai consumatori la costante disponibilità di prodotti alimentari sicuri e a prezzi accessibili.
Dai suoi inizi nel 1962 molte cose sono cambiate. Oggi, le sue priorità sono:
• la qualità e sicurezza alimentare
• la tutela dell’ambiente e del benessere degli animali
• la competitività dell’agricoltura europea, senza distorsioni del commercio mondiale
• la salvaguardia delle comunità rurali, rese più dinamiche e sostenibili.
L’UE è a favore di un’agricoltura sostenibile, produttiva e competitiva, anche nelle zone in cui le condizioni sono difficili. Questo significa che gli agricoltori, se hanno diritto a un tenore di vita adeguato, devono essere competitivi e in grado di rispondere alle attese dei consumatori e dei cittadini sotto il profilo della disponibilità e dei prezzi degli alimenti, della loro qualità e sicurezza, della protezione ambientale e del benessere degli animali. Le comunità e le zone rurali devono essere preservate in quanto componente essenziale del patrimonio e del paesaggio europeo e i cittadini europei dovrebbero continuare non solo a beneficiare di alimenti sicuri e a prezzi accessibili, ma anche a godere della bellezza delle campagne.
Dopo aver sentito il parere di appositi comitati consultivi e di altre parti interessate, la Commissione presenta le sue proposte. Queste sono trasmesse al Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dei 27 Stati membri dell’Unione europea (per decisione) e al Parlamento europeo (per decisione o parere, a seconda del loro oggetto). Sono gli Stati membri che assicurano la gestione corrente della PAC. La Corte dei conti dell’Unione europea svolge un ruolo importante nel controllo delle spese. Il bilancio è deciso ogni anno dal Consiglio dell’UE e dal Parlamento europeo. Per tenere sotto controllo la spesa a lungo termine, il bilancio si iscrive in un “quadro finanziario” di sette anni. La maggior parte dei fondi è destinata ai pagamenti diretti agli agricoltori che rispettano le severe norme dell’UE in materia di ambiente, benessere degli animali, qualità e sicurezza degli alimenti. Circa il 20% del bilancio della PAC viene speso per lo sviluppo rurale, per aiutare gli agricoltori a modernizzare le loro aziende e diventare più competitivi, proteggendo nel contempo l’ambiente e le comunità rurali. Impegna circa ⅓ del bilancio comunitario ed è finanziata da due fondi:
– il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA);
– il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).
Il FEAGA finanzia gli aiuti diretti agli agricoltori e le misure per regolarizzare i mercati, il così detto 1° pilastro della PAC. Il FEASR finanzia lo sviluppo rurale, il 2° pilastro della PAC. Il FEAGA copre circa l’80% delle spese della PAC e finanzia: 1) i pagamenti diretti alle aziende agricole (Regime di Pagamento Unico); 2) le misure destinate a regolarizzare i mercati (Organizzazioni Comuni di Mercato – OCM).
Con questo fondo vengono inoltre finanziate le restituzioni alle esportazioni, le azioni di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno e su quelli internazionali ed altri interventi in settori specifici. Il FEASR copre circa il 20% delle spese della PAC e cofinanzia, con risorse aggiuntive nazionali e regionali, gli interventi a favore dello sviluppo rurale.
I fondi della PAC provengono dal bilancio generale dell’UE. Le spese della PAC per lo sviluppo rurale sono finanziate congiuntamente dagli Stati membri e dall’UE. Il bilancio dell’UE è a sua volta finanziato principalmente attraverso le “risorse proprie” dell’Unione (dazi doganali, prelievi diversi, una risorsa IVA e una risorsa basata sul reddito nazionale lordo (RNL) degli Stati membri). Quest’ultima risorsa copre all’incirca i tre quarti del bilancio dell’UE. La PAC costa ad ogni cittadino dell’UE circa 30 centesimi di euro al giorno. Il suo costo complessivo è di circa 53 miliardi di euro all’anno, pari a circa il 40% del bilancio totale dell’UE. La percentuale del bilancio destinata alla PAC è in costante diminuzione, dal 71% nel 1984 al 33% previsto per il 2013.
L’agricoltura è l’unico settore interamente finanziato a carico del bilancio comunitario. Essa rappresenta un parte così grande del bilancio dell’UE proprio perché nel settore agricolo le spese europee sostituiscono quelle nazionali. Altre politiche, come l’istruzione, i trasporti, la difesa, le pensioni e la sanità, sono molto più costose, ma sono finanziate dai bilanci nazionali e attuate dagli Stati membri. Allorché è stato istituito il mercato comune con il trattato di Roma, nel 1958, le agricolture dei sei Stati membri fondatori erano caratterizzate da un forte intervento statale. Per includere i prodotti agricoli nella libera circolazione delle merci mantenendo un intervento pubblico nel settore agricolo, occorreva sopprimere i meccanismi d’intervento nazionali incompatibili con il mercato comune e trasporli al livello comunitario: è questa la ragione fondamentale della nascita della politica agricola comune (PAC). Ecco perché quasi il 40% del bilancio dell’UE è speso per l’agricoltura anziché per altri settori.
La riforma della PAC è stata avviata nel 1992 ed ha portato ad una svolta nel 2003, quando è stato abolito il legame tra aiuti e produzione. Gli agricoltori possono ora diventare dei veri imprenditori, produrre ciò che il mercato chiede e di cui i consumatori hanno bisogno, cercare nuovi sbocchi redditizi e sfruttare nuove nicchie di mercato. Non sono più incentivati a produrre per ricevere sovvenzioni, anche quando per i loro prodotti non esiste mercato. Ricevono infatti un sostegno al reddito a condizione di curare le loro terre e di soddisfare determinate norme in materia di ambiente, benessere degli animali e sicurezza alimentare. In caso contrario, i finanziamenti vengono bloccati.
La nuova PAC è molto più compatibile con le regole del commercio mondiale, come dimostra il fatto che il 90% dei pagamenti diretti sono classificati dall’OMC come misure che non falsano gli scambi. Grazie alla PAC i consumatori dispongono di un’ampia scelta di prodotti alimentari di qualità. La Commissione è impegnata a modernizzare, razionalizzare e semplificare la PAC. Con il “disaccoppiamento” (l’importo del sostegno non dipende più dall’ammontare della produzione) gli agricoltori continuano a beneficiare di un certo livello di sicurezza economica; al tempo stesso, sono liberi di rispondere ai segnali del mercato. Gli strumenti di mercato (come l’intervento pubblico) sono stati modificati in modo da poter svolgere efficacemente la funzione di rete di sicurezza senza alterare i normali meccanismi di mercato. Con la politica di sviluppo rurale, gli agricoltori vengono aiutati a riorganizzare le loro aziende e a prendersi cura dell’ambiente, creando i presupposti per il dinamismo delle zone rurali. Per beneficiare di un sostegno, gli agricoltori devono rispettare le rigorose norme ambientali dell’Unione europea. Inoltre gli Stati membri sono tenuti a spendere come minimo il 25% del loro bilancio per lo sviluppo rurale per proteggere e migliorare l’ambiente e il paesaggio.
Non si punta a un’agricoltura industrializzata: nel modello europeo c’è spazio per le piccole aziende come per le grandi. Se domani la PAC fosse soppressa, molti agricoltori sarebbero costretti ad intensificare la loro produzione per poter sopravvivere. Nella PAC riformata, invece, essi sono spinti non a produrre di più, ma a produrre in modo sostenibile e compatibile con l’ambiente. La PAC sospende i pagamenti agli agricoltori che non rispettano i suoi requisiti ambientali di base. Incentiva inoltre sempre di più l’agricoltura estensiva e l’agricoltura biologica, la tutela del paesaggio e il mantenimento degli habitat e della biodiversità, misure che contribuiscono tutte alla protezione dell’ambiente. L’UE garantisce ai consumatori l’autenticità e la qualità dei prodotti dell’agricoltura biologica provenienti da qualsiasi paese del mondo mediante severe norme sulla loro etichettatura e tracciabilità. Gli agricoltori e i produttori di alimenti biologici possono utilizzare l’apposito logo dell’UE solo sottoponendosi a un rigoroso processo di certificazione. Il 12 ottobre 2011 la Commissione europea ha adottato una serie di proposte legislative per la riforma della PAC valida per il periodo 2014-2020. Dopo un lungo e faticoso negoziato svolto per la prima volta secondo la procedura legislativa ordinaria introdotta con il Trattato di Lisbona (art. 294 del TFUE), che ha coinvolto Parlamento europeo, Consiglio e Commissione, è stata posta la parola fine alla fase legislativa della riforma della PAC 2014/2020. Gli aiuti della PAC non sono erogati direttamente dagli uffici dell’Unione Europea, ma attraverso gli organismi pagatori riconosciuti, che effettuano i pagamenti dei premi e dei contributi alle aziende agricole del territorio di competenza, dopo averne controllato le domande di aiuto. L’Unione Europea consente agli Stati Membri di istituire più Organismi pagatori a condizione che sia unico il referente contabile nazionale. Ad oggi risultano costituiti sei Organismi pagatori regionali (Artea, Agrea, Avepa, Arcea, Arpea e Regione Lombardia), due per le provincie autonome di Trento e Bolzano e tre OP nazionali: AGEA (per le regioni che non hanno istituito un organismo pagatore e per tutte le funzioni non attribuite agli Organismi pagatori) Ente Risi (settore risicultura) e Saisa ( restituzioni alle esportazioni) .
La struttura di ogni Organismo pagatore è configurata in base a quanto dispone il Reg. CE n. 885/2006 e si articola su tre unità organizzative funzionali:
Autorizzazione dei pagamenti: consiste, in sintesi, nel determinare l’importo da pagare ai richiedenti.
Esecuzione dei pagamenti: consiste, in sostanza, nell’impartire le istruzioni per il pagamento agli istituti “cassieri”.
Contabilizzazione dei pagamenti: consiste nella registrazione dei pagamenti eseguiti nei “libri contabili” e nella predisposizione di sintesi periodiche di spesa ai fini della consuntivazione alla Commissione, tramite l’Organismo di Coordinamento. La gestione in via esclusiva con la CE dei rapporti finanziari è affidata all’Agea che svolge le funzioni di indirizzo e controllo sulla rendicontazione finanziaria di tutti gli Organismi pagatori operanti sul territorio nazionale. L’obiettivo delle attività dell’OPR consiste nel pagare gli aiuti della PAC alle imprese agricole, secondo le modalità e la tempistica stabilite dalla CE.
L’Organismo Pagatore Regionale (OPR) è la struttura, interna alla Regione Lombardia, che si occupa del pagamento degli aiuti previsti dalla Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea alle aziende agricole lombarde.
L’OPR, istituito nell’estate 2001, è stato autorizzato ad operare dalla Commissione Europea (CE) nel novembre dello stesso anno. Effettua i pagamenti a favore degli agricoltori lombardi dal 2002.
L’OPR definisce le regole operative e i tempi per la presentazione delle domande di aiuto, per il loro trattamento e controllo e per il loro pagamento. Opera tramite i propri uffici interni e avvalendosi del supporto di diversi soggetti esterni, che svolgono, per conto dell’OPR, alcune attività sul territorio.
Per svolgere in modo efficace e tempestivo le attività di competenza, l’OPR si avvale di numerosi soggetti, il cui personale opera per conto e su indicazione delle disposizioni impartite dagli uffici dell’OPR. La collaborazione con questi soggetti è regolata da precisi accordi (protocolli d’intesa e convenzioni), attraverso i quali vengono delegate specifiche attività; l’OPR monitora e controlla in modo costante tali attività delegate.
Sono Organismi Delegati dall’OPR:
– le Province, curano la raccolta e la verifica di ammissibilità delle domande di aiuto del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e delle Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM), controllano gli impegni assunti dai beneficiari e gli interventi da questi realizzati e propongono all’OPR la liquidazione degli aiuti per le domande risultate conformi alle normative di riferimento.
– le Comunità Montane, svolgono analoghe attività, limitatamente ad alcune misure del PSR nei territori di montagna.
– i Centri di Assistenza Agricola (CAA), si occupano prioritariamente della raccolta delle Domande Uniche di Pagamento (DUP), di cui verificano la ricevibilità e supportano il richiedente nel correggere eventuali anomalie accertate dai controlli dell’OPR. Sono inoltre i soggetti incaricati di gestire i fascicoli aziendali, la loro costituzione e il loro periodico aggiornamento.