Cellatica Doc

Colline-bresciane1Questa area giace sulle colline rocciose calcareo-argillose immediatamente ad Ovest di Brescia ed è parzialmente coincidente con la Franciacorta. Nell’ambito dei territori dei Comuni di Cellatica, Collebeato, Gussago e Rodengo Saiano la viticoltura è tanto difficoltosa per le pendenze talvolta addirittura impervie dei colli coltivati, quanto determinante per la salvaguardia del territorio e per l’armonia del paesaggio, fin da essere giustamente considerata un fattore irrinunciabile per la sopravvivenza stessa della stupenda area da essa interessata.
Nel 1968 il valore di questi vini viene riconosciuto a livello Europeo, con l’assegnazione della Denominazione di Origine Controllata.
Il Cellatica nasce dalla vinificazione congiunta di più varietà di uve: Marzemino (min. 30%) e Barbera (min. 30%), insieme a piccole percentuali (min. 10%) di Incrocio Terzi (vitigno originato dall’incrocio tra Barbera e Cabernet Franc), e infine Schiava Gentile (min. 10%). Sono varietà a diversa vocazione enologica, che combinate in modo sapiente e secondo tradizione intervengono nella produzione del vino Cellatica, contribuendo ciascuna con le proprie particolari attitudini alle caratteristiche finali del prodotto. Un vino rosso molto piacevole e da tutto pasto, ricco e ben strutturato ma non pesante, anzi elegante ed equilibrato. Il profumo è tipico e vinoso, poco persistente e intenso, fine fruttato, con sentore di frutti di bosco freschi. Al palato risulta secco, abbastanza caldo, poco morbido, giustamente tannico ed equilibrato. Le selezioni più importanti, complesse e strutturate vengono affinate almeno un anno e destinate alla tipologia “Superiore”, vino invecchiato per legge almeno un anno. Nella versione Superiore ha un profumo ampio ed avvolgente, gusto asciutto, pieno, di buona struttura e complesso da abbinarsi a piatti di carne sostanziosi e speziati, selvaggina e spiedo bresciano.
La tecnica di vinificazione prevede il succedersi di diverse fasi :

  • Dopo la pigiatura, il mosto viene lasciato a macerare con le parti solide dell’uva, bucce e vinaccioli, che rilasciano i pigmenti in esse contenuti; questo sistema, che utilizza uve rosse, è detto vinificazione in rosso.
  • Segue la fase di solfitazione, ossia l’aggiunta di anidride solforosa che svolge la funzione di antiossidante e di agente selettore nei confronti della flora inquinante.
  • Successivamente si eseguono le fasi di fermentazione alcolica, durante la quale lo zucchero si trasforma in alcool, e di macerazione che può avere durata variabile in funzione dell’invecchiamento previsto e che determina il colore e il contenuto in sostanze tanniche e polifenoliche del vino.
  • A questo punto si procede con la svinatura, che consiste nel travasare il vino dalla vasca di fermentazione ad un’altra vasca sfruttando la forza di gravità, al fine di separare le vinaccie dalla parte liquida: si ottiene così il vino fiore. Dalla torchiatura delle vinaccie si ottiene il vino di torchiatura che può essere aggiunto al vino fiore.
  • Al termine di questa fase il vino viene sottoposto a successivi travasi in vasche di conservazione dove a causa dell’abbassamento della temperatura termina la fermentazione alcolica e ha inizio la fermentazione malolattica, detta anche fermentazione di completamento o di affinamento, che porta ad una notevole riduzione dell’acidità e ad un ammorbidimento del vino. Durante questa fase il vino acquisisce inoltre stabilità, limpidezza e parte delle caratteristiche organolettiche tipiche.
  • Dopo la fase di invecchiamento e affinamento, che può essere anche molto prolungata, il vino viene stabilizzato e imbottigliato.