Botticino Doc

Piccolissima area DOC limitrofa a Brescia e famosa nel Mondo per il suo marmo, utilizzato anche per la costruzione della Casa Bianca e dell’Altare della Patria a Roma. Il nome Botticino viene dato al vino prodotto nella “Valverde”, valle che ospita alcuni agglomerati di case che, uniti in comune, danno vita al paese Botticino.
Le comunità più importanti sono: Botticino Sera, Botticino Mattina, S. Gallo. Qui i vigneti aggrappati alle soleggiate pendici delle prealpi sopravvivono eroicamente alle pressioni urbanistiche, salvaguardando oltre all’ambiente l’inestimabile patrimonio di tradizione e cultura legati al vino. Il clima caldo e le favorevoli esposizioni dei terreni creano l’ambiente ideale per la produzione di vini rossi di notevole struttura, adatti al medio invecchiamento e a cibi ricchi e saporiti come la selvaggina e gli arrosti. A parte le differenze di piccole isole, il terreno ha aspetto sempre più o meno ferrettizzato. E soprattutto ricco di calcare, buona quantità di potassio, unitamente a discreta dose di anidride fosforica totale. Non tutta la zona circoscritta è vitata o potrà essere vitata perché montagnosa, tuttavia, nell’interno non è raro trovare terrazze scavate nella roccia a colpi di piccone dove albergano vecchie e robuste viti capaci di dare ottimo vino. Per il microclima ambiente non vi sono limiti estremi che inibiscono la coltivazione della vite. Per quanto concerne la somma delle calorie che influenzano la vite nel periodo vegetativo, la possiamo considerare senz’altro sufficiente per ottenere una buona maturazione delle uve e così pure per le altre meteore. Un clima tipicamente mediterraneo che non ammette dubbi sulla possibilità della coltivazione della vite.
Il Botticino è ottenuto da un oculato uvaggio di Barbera (min. 30%), vitigno diffuso nel mondo per le positive caratteristiche di attitudine all’invecchiamento e struttura che conferisce, Marzemino (min. 20%), varietà locale che contribuisce in maniera determinante al colore, alla tipicità aromatica ed al corpo, Sangiovese (min. 10%), il vitigno più diffuso d’Italia che fornisce eleganza aromatica e piacevole morbidezza al gusto, e Schiava Gentile (min.10%) per aggiungere un tocco di freschezza. Le migliori partite di Botticino possono acquisire la denominazione Riserva se invecchiate, anche in botti di legno, per almeno due anni. Da un ettaro di vigneto si possono ottenere al massimo 120 quintali di uva (100 per il Riserva) e una resa in vino del 70%. Tuttavia, sulle impervie pendici ove nasce il Botticino DOC le rese sono in realtà molto più basse. La tecnica di vinificazione richiede che, durante la fermentazione alcolica, il mosto entri in contatto con le parti solide dell’uva, bucce e vinaccioli, che durante la macerazione rilasciano pigmenti; questo sistema, che utilizza uve rosse, è detto vinificazione in rosso. La fase di macerazione ha durata variabile dai 4 ai 15 giorni e oltre. Terminata la fase di macerazione si effettua la svinatura, che consiste nel travasare il vino dalla vasca di fermentazione ad un’altra vasca sfruttando la forza di gravità, al fine di allontanare la vinacce: si ottiene così il vino fiore. Dalla torchiatura delle vinacce si ottiene il vino di torchiatura, che viene separato dal vino fiore. A questo punto il vino viene sottoposto a successivi travasi in vasche di conservazione, che possono essere anche botti in legno, dove, terminata la fermentazione alcolica, ha inizio la fermentazione malolattica, detta anche fermentazione di completamento o di affinamento, che porta ad una notevole riduzione dell’acidità e ad un ammorbidimento del gusto. Durante questa fase il vino acquisisce inoltre stabilità, limpidezza e parte delle caratteristiche organolettiche tipiche. Terminato il processo si procede all’imbottigliamento.
Può essere posto in commercio dopo un periodo di affinamento di 10 mesi; il consumo deve avvenire preferibilmente entro 3-4 anni dalla vendemmia.